Alimentazione ed Endometriosi

Pubblicato il 31 marzo 2025 alle ore 15:03

Il 28 Marzo e' stata la giornata mondiale dell'endometriosi. Ho deciso quindi di parlarvene un po' con questo articolo e di fornire qualche informazione su come la nostra dieta- ed uno stile di vita attivo- possa venirci in aiuto. Ovvio che mangiare in un certo modo non e' la panacea di ogni male, e lungi da me far passare il messaggio che migliorare l'alimentazione possa risolvere il problema. Ma quel che e' vero e' che puo' sicuramente aiutare e che quando ci prendiamo cura di una persona, dobbiamo considerarla nella sua totalita'. 

L'endometriosi e' una patologia cronica di natura infiammatoria dovuta alla presenza di tessuto endometriale, che normalmente si trova all'interno della cavita' uterina, al di fuori di essa. Puo' localizzarsi su ovaie e tube, parete esterna dell'utero, peritoneo ( la membrana che ricopre la cavita' addominale), intestino e anche al diaframma. Questo tessuto extra uterino, detto ectopico, risponde agli stimoli ormonali sessuali e questo porta ad infiammazione e dolore... durante il ciclo mestruale ma non solo. Infatti l'infiammazione comporta che i tessuti interessati e vicini siano piu' sensibili al dolore e, ad esempio, se pensiamo al tessuto peritoneale che ricopre i legamenti che tengono in sede l'utero, questo con il tempo diventerà sempre meno elastico quindi il dolore progressivamente peggiorerà. Nonostante circa 180.000 donne in Italia ne siano affette, spesso la diagnosi e' tardiva e le donne convivono con tutta una serie di sintomi che puo' impattare sulla qualita' di vita in modo variabile: ci sono diversi quadri di severità. Tra i sintomi principali dell'endometriosi abbiamo in primis mestruazioni molto abbondanti e dolorose; a queste si aggiungono dolore pelvico cronico, dolore ai rapporti sessuali, dolore alla minzione e/o alla defecazione, diarrea, dolore alla parte bassa della schiena, stanchezza, gonfiore, compromissione della fertilita'.

La terapia ormonale con progestinici o estroprogestinici, interrompendo la secrezione ormonale del nostro organismo e mettendo momentaneamente a riposo il ciclo ovarico e mestruale, e' la scelta terapeutica di prima linea anche se, a volte,e' necessario ricorrere ad agonisti  ed antagonisti del GnRH o inibitori dell'armatasi e puo' rendersi necessaria la chirurgia laparoscopica (ad esempio per rimuovere cisti ovariche endometriosiche oppure di noduli endometriosici diversamente localizzati nell'addome).  

A volte, pero', le donne riportano comunque la persistenza di sintomatologia dolorosa. Come ci viene in aiuto lo stile di vita, allora? La letteratura scientifica riporta che in caso di dismenorrea (ricordiamo che e' cosi' che ci riferiamo al ciclo mestruale doloroso) lo svolgimento di attivita' sportiva riduce la percezione del dolore per via della secrezione di sostanze endogene del benessere (per nominarne una, la serotonina).  In piu' l'esercizio fisico stimola le vie cellulari antinfiammatorie e migliora la risposta del muscolo all'insulina, che se ipersecreta porta ad un'infiammazione di basso grado. 

Si fa sempre piu' ampia la consapevolezza che l'alimentazione influenzi l'attivita' estrogeni e la risposta infiammatoria. E' dimostrato come  un eccesso introito calorico ed una dieta ricca in acidi grassi saturi e zucchero aumenti l'infiammazione corporea, facendo si' che la soglia del dolore si riduca (come se per riempissimo un bicchiere d'acqua pieno gia' per meta'). Lo stesso potere pro infiammatorio e' dato da alcuni amminoacidi come metionina e leucina, di cui sono ricchi le proteine animali. Oltre al consumo diretto di proteine animali, non va dimenticato che carne e latticini rappresentano la via di ingresso nel nostro organismo degli estrogeni che vengono somministrati agli animali.

Sul versante antinfiammatorio, invece, ritroviamo una dieta piu' vegetale ricca in frutta, verdura e legumi. Il consumo di fibre favorisce in primis l'escrezione degli estrogeni attraverso le feci, bloccando il ricircolo intero-epatico, quel processo per cui l'intestino riassorbe gli estrogeni che possono andare in circolo nuovamente e svolgere la loro azione sugli organi bersaglio.  C'e' poi l' effetto benefico su:  infiammazione sistemica sia attraverso il miglioramento di  pathways intracellulari ad azione antiinfiammatoria, riparativa e  di riduzione della proliferazione cellulare; infiammazione cronica di basso grado, aumentando la sensibilità all'insulina; sul microbiota intestinale.

Ecco quindi riassunti alcuni consigli per una dieta che ci aiuti a ridurre l'infiammazione corporea e che si correla ad un miglioramento della sintomatologia dolorosa (dismenorrea e dolore pelvico, ma non solo)*: 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, seguendo sempre la stagionalità; limitare il consumo di cibi lavorati, come i salumi, ad occasioni; consumare la carne rossa 1 volta alla settimana, mentre riserva ai legumi 3-4 pasti settimanali; varia i cereali, scegliendo quelli in chicco ed integrali; le noci sono una buona fonte di omega 3 (acidi grassi che svolgono anch'essi un ruolo nella modulazione dell'infiammazione): puoi consumarle come spuntino oppure per completare la colazione o arricchire le insalate; latte/yogurt quotidianamente (2-3 porzioni) ma formaggi fino a 3 volte alla settimana; pesce 2 volte alla settimana (il tonno conservato rientra nei cibi lavorati); le uova, invece possono essere consumate 1-2 volte alla settimana (quindi 3 uova). Ad ogni pasto  e' previsto il consumo di una porzione di cereali, da variare comprendendo cereali integrali e in chicco: oltre ai benefici su escrezione degli estrogeni e sulla regolarita' intestinale, questi hanno un impatto sul picco glicemico meno importante. Sempre quotidianamente una quota di grassi buoni: olio di oliva extravergine, da preferire ai condimenti di origine animale (burro, margarina, strutto). 

Prendersi cura di se' e' un processo a tutto tondo, non a compartimenti stagni.

 

*il numero di porzioni si ferisce ad una dieta di 2000 kcal per un adulto sano, in linea con le indicazioni delle Linee Guida per una sana alimentazione del CREA del 2018.

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.